Cosa chiediamo

cropped-cropped-manifesto_indi-e1366396936668.jpgMarzo 2013
Petizione online
per sostenere, valorizzare e rilanciare
il CINEMA INDIPENDENTE ITALIANO
Il sistema in vigore oggi esclude o emargina gran parte delle produzioni e degli autori. Ciò determina una condizione soffocante per la crescita di talenti, idee e innovazione. Le ricadute sono pesanti sia dal punto di vista della qualità artistica che da quello economico e ci consegnano un panorama dissestato, sclerotizzato sul prodotto televisivo e sale sempre più vuote destinate a scomparire. Il nostro cinema ha smarrito gran parte della sua funzione culturale e artistica originaria e rischia di essere caratterizzato da enormi carrozzoni privi di direzione che non offrono sbocchi professionali e che si muovono o hanno a disposizione spazi creativi e fisici sempre più ristretti.
Un nuovo modello produttivo “a basso budget”, se tre anni fa era già fortemente giustificato e auspicabile, oggi appare necessario e improrogabile.

La quota produttiva limitata non è direttamente proporzionale all’abbassamento di qualità come qualcuno vuole far credere. Il valore di un’opera dipende soprattutto dal talento, dalla capacità dei professionisti e dalla forza dell’idea su cui poggia. Né si vuole creare un conflitto ideologico tra produzioni milionarie e opere realizzate con poche centinaia di migliaia di Euro.
Una maggiore sostenibilità, oltre a essere un imperativo dettato dai tempi che viviamo, costituisce anche lo strumento per aumentare sensibilmente le opportunità sia in termini di sperimentazione/diversificazione dell’offerta, che sul piano delle possibilità di lavoro e di crescita del settore. Un mercato nelle mani di pochi è destinato a morire. Solo grazie a un’offerta ampia ed eterogenea, che garantisce circolazione, ricambio e nascita di nuove proposte, si può stimolare lo sviluppo.
Questo è il motivo per il quale l’aumento di produttività sostenibile porterà con sè anche un significativo incremento distributivo in luoghi più vivi e aggreganti nel segno del rapporto col territorio e della consapevolezza dell’esperienza cinematografica.

Un cinema più indipendente è anche un cinema più vivace, più aperto al pubblico e in grado di riacquistare una dimensione culturale e sociale decisiva per la rinascita del nostro paese.

logo_rci_violaCi troviamo nell’auspicabile condizione di poter sviluppare un confronto più efficace e la conferma che il modello proposto tre anni fa costituisce oggi l’orientamento più valido e adeguato per il rilancio del settore, spinge la maggior parte degli operatori del settore a indicare ulteriori elementi di riforma e di innovazione.

Lo sviluppo possibile dei prossimi anni non può e non deve essere quello che indugia su architetture verticali, discriminatorie e gestite da oligarchie totalitarie.
Le produzioni più inserite, che possono contare su figure e strumenti commerciali privilegiati importanti, devono avere la capacità di camminare con le loro gambe in un ambito industriale e d’impresa.

Solo grazie alla sostenibilità delle risorse impiegabili e all’inclusione di soggetti abitualmente emarginati così come al sostegno delle piccole produzioni, si potrà realizzare il rilancio del cinema italiano.

Queste sono le richieste che condividiamo con quanti vorranno dare la loro adesione alla piattaforma di proposte che verrà presentata collegialmente al prossimo ministro della cultura.

  1. Eliminazione dei Contributi percentuali sugli incassi, noti come “Ristorni al botteghino”, per destinare quelle risorse alla creazione di un Fondo speciale per i film a basso costo e per la loro distribuzione

  2. Nuovi criteri di composizione delle commissioni, che basino la loro valutazione esclusivamente sul valore dell’opera: commissioni formate su indicazione delle categorie professionali del settore, assicurando rapido avvicendamento e mantenendo l’anonimato dei selezionatori e dei selezionati fino alla pubblicazione dei risultati

  3. Abolizione totale del Reference System

  4. Revisione dei budget ad opera di un organismo terzo, non pagato dai controllati, affinché i costi siano effettivi e trasparenti

  5. Rimodulazione del Tax Credit in modo da destinare una percentuale sensibilmente maggiore ai film e ai documentari a basso costo e difficili (ES: il 60% per i film low budget e il 20% per gli altri)

  6. Destinare le somme stanziate per le attività cinematografiche dal Fondo unico dello spettacolo (Fus) solo ai film e ai documentari a basso costo (senza limitazioni rispetto alle opere prime e seconde ma a tutti i film) o per lo meno a quei film in cui i “costi variabili” del cast artistico non superino il 25% dell’intero budget

  7. Introduzione di una tassa di scopo sui prodotti elettronici (device) che possono beneficiare della diffusione e fruizione di opere e prodotti della filiera creativa

  8. Garantire l’uscita nelle sale, in circuiti anche minori, delle opere finanziate, attraverso un piano distributivo razionale, reale e organico rispetto ai territori e alle giornate di programmazione

  9. Creazione di un fondo speciale per la formazione professionale e per la formazione del pubblico, strumenti imprescindibili per l’innalzamento della qualità realizzativa e per il recupero di pubblico nelle sale

Inoltre chiediamo

La creazione di un circuito off di sale cinematografiche che comprendano i piccoli comuni italiani con strumenti tecnologici a basso costo

Una cabina di regia in seno al MIBAC che sia meno burocratica, più trasparente e formata da rappresentanti delle associazioni di categoria attraverso l’istituzione di un tavolo consultivo permanente

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